Distesa sul mondo,
evochi il vento caldo sul tuo corpo di primavera.
Il vestito mosso dalla mia mano calma,
lascia nuda la tua pelle che mi riconosce,
scuotendo i pensieri,
la debole volonta',
e la stanca rappresentazione di me.
I tuoi occhi d'acqua,
vedono null'altro che,
cio' che e',
tra loro e le immagini.
In quello spazio d'aria,
in quell'apparente e' la tua casa,
nell'inconsistente la tua patria.
Io straniero,
nel tuo velo mi abbandono,
e tradisco tutto cio' che sono,
per la tua bocca profetica,
che mi chiama,
e mi apre al dubbio,
al VIAGGIO incerto dell'Amore e della Vita.
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